Presidente del comitato:

Ing. Daniele Dalla Pria Direttore Roquette Itala Spa

Comitato d'onore:

Ada Bava Imprenditrice Edile

Elena Biava Impresa Edile Biava Giacomo & C. s.a.s.  Cassano Spinola

Vittoria Ricciardi Farmacia Barozzi Cassano Spinola

Luciana Rota Giornalista 

Giovanni Maria Ferraris  Assessore allo Sport Regione Piemonte

Gianfranco Baldi  Presidente Provincia di Alessandria

Alessandro Busseti Sindaco Cassano Spinola

Diego Camatti Sindaco S. Agata Fossili

Matteo Gualco Sindaco Paderna

Luigi Prati Sindaco Carezzano

Sergio Vallenzona Sindaco Castellania

Giovanni Ferrari Cuniolo Veloce Club Trotonese "Serse Coppi"

Gianni Rossi  Ristorante Il Grande Airone Castellania

Marco Carrea figlio Sandrino Carrea Asd Costante Girardengo

Giancarlo Coppi Presidente Asd Costante Girardengo

 

 

Castellania StemmaCastellania (Castlanìa in dialetto tortonese) dal 25 marzo 2019 si chima CASTELLANIA COPPI, è un comune italiano della provincia di Alessandria, in Piemonte, sulle colline alla destra del torrente Scrivia.Con i suoi soli 91 abitanti (anno 2013) è il terzo comune meno popolato della provincia (dopo Carrega Ligure e Malvicino)ed è stato istituito nuovamente nel 1947 (D.L.P. N. 966 del 20 agosto 1947) dopo essere stato, per 19 anni, unificato con il vicino comune di Carezzano. Fa parte della Comunità Montana Valli Curone Grue e Ossona.Vi nacquero il grande ciclista Fausto Coppi e suo fratello Serse. La loro casa natale è stata trasformata in un museo ed è l'unica attrazione turistica del minuscolo comune.Storia.murales Fausto e Serse Coppi

La storia del paese è legata sin da principio a quella dei piccoli borghi limitrofi, tuttora frazioni del comune di Castellania. Fra questi il più importante e forse più antico è quello di Sant'Alosio, nato ben prima del Mille con l'edificazione delle due torri di osservazione e difesa che ancora oggi svettano sul punto più alto della collina. In origine le due torri in sassi e muratura dovevano essere circondate da un incastellamento per la gran parte costruito in legno e difeso da una cinta, in parte edificata in muratura anche sfruttando i massi rocciosi presenti sulla sponda della collina, in parte eretta anch'essa in legno. Dopo Sant'Alosio, all'inizio del nuovo millennio, nacque probabilmente il nucleo abitativo dell'attuale Castellania. Secondo le preziose ricerche condotte dalla Società Storica Pro Julia Derthona, il primo nucleo di Castellania era diviso in due parti chiamate Baselica e Lugagnano. Benché l'identificazione dei confini di queste due aree risultati difficilissima, i due toponimi sono variamente attestati in documenti a partire dall'inizio del XIII secolo. Lugagnano è tra le località confermate da Federico II di Svevia a Tortona nel 1220. Invece Baselica, nella cui etimologia alcuni vollero intravedere un'improbabile origine romana, è attestato la prima volta nel 1311 e sopravvive tuttora come cognome di numerose famiglie della valle. Nel XIII secolo i documenti del vescovato di Tortona attestano anche l'esistenza della frazione di Mossabella e, circa due secoli più tardi, si incontra il nome del borgo di Sant'Andrea.

Cabina Enel entrando in paeseQuanto al toponimo "Castellania", sempre le preziose ricerche della Pro Julia Derthona ci testimoniano che esso compare nei documenti solo dopo il XV secolo: secondo alcuni deriverebbe del termine "castello", ovviamente legato alla fortificazione di Sant'Alosio, mentre secondo altri deriverebbe dal nome gentilizio del capitano Castellino che sposò l'ultima discendente dei Rampini, nobile famiglia tortonese feudataria di Sant'Alosio e delle terre limitrofe a partire da una data imprecisata dopo il 1400 e sino alla soppressione del feudalesimo.

Evidente e indiscutibile è comunque il legame di Castellania e dei borghi limitrofi al vescovato di Tortona, a partire probabilmente già dal X secolo. Era il vescovo di Tortona a governare queste terre e ad attribuirle in feudo alle famiglie che ne hanno beneficiato nel corso dei secoli. Questa diretta dipendenza dal vescovato fa si che nei borghi di Castellania vi siano cappelle consacrate praticamente dal momento stesso della nascita dei piccoli centri. La prima chiesa della quale si ha notizia è quella intitolata a San Marziano e si può ritenere con relativa certezza che essa sorgesse nello stesso punto dell'attuale San Biagio, che già alla fine del XVI secolo doveva aver assunto il ruolo di chiesa principale di tutte le frazioni, divenendo poi chiesa parrocchiale. Anche la sua collocazione è perfettamente in linea con questo ruolo: apparentemente scomoda e decentrata se vista unicamente come chiesa di Castellania, diventa invece assolutamente centrale e ben raggiungibile se vista come chiesa di riferimento di tutte le frazioni.
Nei secoli dell'età moderna Castellania e borghi limitrofi non registrano avvenimenti di rilievo. Sarà solo nel XX secolo che il paese potrà far parlare di sé dando i natali, nel 1919, a Fausto Coppi, unanimemente considerato uno dei più grandi sportivi di tutti i tempi. Tutto l'ultimo secolo di storia di Castellania è dunque indissolubilmente legato alla figura del Campionissimo: meta di una sorta di pellegrinaggio laico di sportivi e appassionati da tutto il mondo, il paese vive quotidianamente il mito del suo figlio più illustre. La stessa struttura urbanistica del borgo, in particolare negli ultimi cinquant'anni, si è evoluta attorno a luoghi di Coppi: nella parte alta del paese, a partire dal 1970, è stata edificata l'area del mausoleo dei fratelli Fausto e Serse, la chiesa e la sala dei cimeli. La via principale del paese è stata intitolata a Fausto; la casa natale, che vi si affaccia, è stata trasformata in museo; la casa dei nonni è divenuta un ristorante per accogliere i visitatori; un'altra vecchia casa degli avi di Coppi ospita un centro di documentazione sul ciclismo e persino la sede della scuola elementare è divenuta sala multimediale, parte integrante di un percorso museale che continua per tutte le vie del paese, con gigantografie da foto legate a Fausto e alla sua storia.
Da sito del Comune

 

Carezzano StemmaCarezzano (Carzòu in dialetto tortonese) è un comune italiano di 428 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte, situato sulle colline alla destra del torrente Scrivia

Storia

Il nome di Carezzano Superiore ed Inferiore - due paesi omonimi, con identità separate - deriva dall'agglutinazione dei due vocaboli del ligure arcaico "car" (altura) e "san" (luogo), da cui, dunque, "luogo sull'altura". La definizione attiene con maggior evidenza al villaggio superiore che, non a caso, si crede sorto assai prima dell'omonimo situato più in basso, al quale tuttavia cedette, col passare del tempo, per consistenza ed importanza. Carezzano Inferiore, o Maggiore, infatti, fu capitale del Vescovato di Tortona dalla fine del XIV secolo a quella del XVI. Il Vescovo vi tenne la sua curia, il suo tribunale, un suo vicario, le sue prigioni. Nella sua circoscrizione, a Vezzano, dove i Vettii ebbero una loro villa, fu edificata un'antica pieve, già documentata nel XII sec. Ad essa, nel XV, si sovrapporrà il celebre convento di cui sopravvivono alcune strutture ed il campanile romanico.

Nel 1408 troviamo i due Carezzano (Maggiore e Superiore) in possesso ai Rampini di Sant'Alosio.Carezzano ridottaCarezzano Maggiore divenne capoluogo del Vescovado alla fine del XIV secolo: vi risiedeva in permanenza un giurisperito laico denominato Vicario Temporale (il primo è documentato dal 1377). Almeno dalla fine del XIII secolo il Vescovo esercitava infatti la sua giurisdizione temporale su di un esteso territorio chiamato Vescovato.
A differenza della Diocesi che indicava il territorio sul quale il vescovo di Tortona esercitava la sua autorità di ordine spirituale, con il termine Vescovato si intendeva raffigurare quel complesso di terre e beni infeudati alla mensa vescovile che erano sottoposti anche politicamente alla sua giurisdizione.
Il territorio possedeva Statuti autonomi e la giurisdizione era suddivisa nel "Vescovato" propriamente detto con capoluogo amministrativo a Carezzano Inferiore e Stazzano dove risiedeva un castellano vescovile.
Su di un poggio sopra Carezzano, detto "Poggio del Castiglione" o "Bricco delle Streghe", vi era il luogo del supplizio dove i condannati venivano giustiziati, come capitò a tre donne del Vescovado che il 5 luglio 1520 furono condannate al rogo perché ritenute streghe.
Il luogo era stato scelto con accortezza affinché i fuochi si potessero scorgere da tutti gli angoli del territorio e fungere da avvertimento per i cittadini. La giurisdizione del Vescovo di Tortona su questa zona terminò nel 1784 quando il vescovo Maurizio Pejretti lo cedeva a Carlo Emanuele III di Savoia.
Ancor oggi, nel palazzo del Vicario, si ammirano con sufficiente chiarezza i luoghi dove avevano sede gli uffici del governo del Vescovado comprendenti le cancellerie del tribunale, la sala delle udienze del tribunale, l'ufficio delle riscossioni delle penalità e dei bandi. Nelle cantine del palazzo vi erano anguste prigioni e a lato la residenza dei soldati e dei custodi delle carceri.

Sono originarie di Carezzano le famiglie di:

Sexto Canegallo (Sestri Ponente 1892 - Carezzano 1966) diplomato all'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, in origine pittore divisionista, dopo il suo trasferimento a Milano si collocò a metà strada fra divisionismo e futurismo. Espose con successo di pubblico e di critica a Roma, Genova, Parigi.

Ella Tambussi Grasso (Windsor Locks 1919 - Hartford 1981) di famiglia originaria della frazione Perleto, fu la prima donna governatore nella storia degli Stati Uniti d'America; amministrò con autorevolezza il Connecticut dal 1975 al 1980, quando dovette dimettersi per gravi motivi di salute; il presidente statunitense Ronald Reagan l'insignì della prestigiosa Medal of Freedom; dal 1993 il suo nome è iscritto nella National Women's Hall of Fame.

Pietro Lorenzo Schiavi - Fonda nel paese natio, nell'anno 1672, una istituzione caritativa il cui reddito viene destinato a sostenere i figli di famiglie bisognose. L'Opera Pia Schiavi, che dal promotore prenderà il nome, si dota di statuto nel settembre 1875 ed opera in Carezzano fino al 1934. (Fonte: * Archivio Sanitario-assistenziale Sovraintendenza archivistica per il Piemonte e Valle d’Aosta, 2003; ** "Carezzano: antica capitale del Vescovato di Tortona", di Gian Carlo Vaccari, ed.2007).

(da "Carezzano antica capitale del Vescovato di Tortona" di Gian Carlo Vaccari, 2007).

Il comune è nato dalla fusione dei comuni di Carezzano Inferiore e Carezzano Superiore nel 1928.

Da Wikipedia e da sido del Comune

80px Paderna Stemma

Paderna (Paderna in piemontese) è un comune italiano della provincia di Alessandria, in Piemonte, situato sulle estreme propaggini collinari dell'Appennino, sulla destra dello Scrivia

Paderna è un piccolo comune agricolo, posto tra il rio Cornigliasca e il rio Castellania, sulle colline che, sulla sponda destra della media valle Scrivia, digradano verso Tortona.
Il nome, di origne ligure, significa "altra riva dei pini" (dove padus sta appunto per pino, da non confondersi con Padus, Po o corso d'acqua in genere), e in effetti il paese si trova in posizione panoramica, su di uno sperone di terra che si protende dalla sovrastante collina, ed è circondato per tre lati da una ripa.
Il paese si trova dieci chilometri a sud-est di Tortona, e proprio dai tortonesi venne fondato: la prima attestazione è del 1155, allorchè i Montemerlo, signori del posto, accorsero con i propri uomini alla difesa di Tortona, assediata dal Barbarossa; alle origini del borgo dovrebbe però esserci una precedente località, posta tra paderna e la vicina Spineto, denominata Bosilio, citata in una donazione del X secolo, della cui chiesa con cimitero affiorano ancora i resot in campi arativi.
Fu in seguito feudo degli Spinola, e di proprietà della famiglia Carbone, salvo un breve periodo, tra 1676 e 1688, in cui gli abitanti ottennero il riscatto del feudo.
Paderna conobbe la peste descritta dal Manzoni, che causò 153 morti nel 1630.

Descrizione

Piccola comunità collinare, di origine medievale, la cui economia è di tipo prettamente agricolo. I padernesi, che presentano un indice di vecchiaia tra i più alti della regione, vivono totalmente nel capoluogo comunale. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate. L'abitato, interessato da forte espansione edilizia, è in posizione panoramica su uno sperone che si dirama da un contrafforte interposto tra le valli dei corsi d'acqua.

Storia

downloadIl toponimo è attestato, dall'anno 1200, attraverso la forma di “Paderna”, derivante, molto probabilmente, dall'ellissi del sintagma (PRAEDIA) PATERNA (il cui significato è ‘(fondi) ereditati dal padre)' o da (VILLA) PATERNA. Fondata in epoca medievale, dagli abitanti della vicina Tortona, probabilmente sul sito di una precedente località, posta tra l'attuale insediamento e Spineto. Le prime notizie storiche si hanno a partire dal 1155, anno in cui i Montemerlo, signori locali, accorsero in aiuto ai tortonesi nel momento in cui vennero assediati da Federico Barbarossa. Successivamente venne ceduta in feudo alla signoria degli Spinola prima e a quella dei Carbone poi. Tra il 1676 e il 1688 gli abitanti riuscirono a ottenere il riscatto del feudo, al fine di avere una maggiore indipendenza. Nel 1630, come molti altri centri della zona, venne devastata dalla terribile peste di manzoniana memoria. Il suo emblema monumentale è la parrocchiale di San Giorgio, la cui mole divide la parte inferiore dell'insediamento da quella superiore. Il suo orientamento lascerebbe credere che sia stata costruita in età antica; la navata centrale è, probabilmente, di periodo paleocristiano, mentre le laterali risalgono al XIII e XIV secolo. La facciata è stata costruita nel Quattrocento e all'interno è possibile ammirare due tele raffiguranti San Sebastiano e la Madonna col bambino. Degni di visita 

Cosa vedere

La Pieve di Vezzano con antico campanile.
La parrocchiale di San Giorgio, già citata in documenti dell'XI secolo, è a tre navate,(quelle laterali, più piccole, furono aggiunte tra il Duecento e il Trecento), mentre il campanile risale al XIX secolo. All'interno si conserva la statua lignea di S. Giorgio, opera attribuita alla scuola del Maragliano.
Il campanile è stato costruito nel 1889 su disegno dell'ingegner Bruno (lo stesso che progettò la facciata del Duomo di Tortona).
Piazza Castello, dove si trova il Municipio.
La strada che scende da Paderna verso Spineto, che offre una bella vista della pianura di Tortona.

Da Wikipedia e sito comunale

 

SantAgata Fossili stemma web.jpgSant'Agata Fossili (Sant'Àgata in piemontese) è un comune italiano di 400 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte, che si trova sulle colline del tortonese nel preappennino ligure-piemontese

Storia

Sorto come abitato intorno a una cappella dedicata alla santa da cui prese il nome, è storicamente rimasto in disparte rispetto al più noto Podigliano o Pugliano, oggi frazione del comune. Nel codice diplomatico dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio negli anni 863-883 è citata tra le proprietà una cappella dedicata a Sant'Agata anche se non è dimostrabile con certezza che sia identificabile con l'attuale chiesa.

Podigliano, territorio del vescovo di Tortona, fu la prima capitale del Vescovato. Si hanno comunque notizie più circostanziate della piccola cappella di Sant'Agata solo nel secolo XIII, quando cominciarono a concentrarsi attorno ad essa un certo numero di insediamenti, e al 1277 risale la prima menzione del paese di Sant'Agata.santagata ridotta

Nel 1284 era curia e divenne anche comune prima del 1311. Ulteriori notizie storiche sul paese ci informano poi che ai tempi delle fazioni seguiva la parte ghibellina, nel 1359 il podestà di Tortona sospese per sei mesi le condanne pronunciate contro gli abitanti di Sant'Agata, che nel frattempo dovettero pagare una cauzione di 1000 fiorini d'oro. Nel 1407 il paese fu infeudato ad Antonio Rampini, dipendendo dalla curia di Podiliano. Il vescovo Barbavara (1435-1451) a causa della sterilità del terreno ottenne dai Visconti esenzioni da molte tasse.

L'antica cappella, volta a oriente, fu eretta parrocchia nel 1575 (primo parroco fu Mons. Andrea Giacobone, patrizio milanese, morto a Sant'Agata nel 1580); nel 1703 la chiesa fu elevata al grado di pieve ed il rettore ebbe perciò il titolo di arciprete: in tale anno la parrocchia contava 670 anime distribuite tra Sant'Agata (85 nuclei familiari), Podigliano (26) e Torre Sterpi (37). La chiesa fu poi totalmente restaurata e decorata nel 1905-1906 dal Gambini e la facciata fu radicalmente modificata nel 1921; la chiesa è intitolata a Sant'Agata, che si festeggia il giorno 5 febbraio.

A partire dalla seconda metà del secolo XIX, soprattutto per l'impulso dell'arciprete Corazza, si sviluppò la coltivazione della vite.

L'aggiunta dello specificativo "Fossili" lo ebbe nel 1871 a causa dei molti fossili trovati nei terreni circostanti.

L’11 aprile del 2003 il comune fu epicentro di un sisma di intensità notevole, la scossa, intorno alle 11,30, fu pari al magnitudo 4,6 della scala Richter: ci furono feriti, evacuazioni di scuole ed edifici pubblici. Entrando in paese ancora oggi sono visibili gli alloggi provvisori creati per sfollare gli abitanti dalle case pericolanti e necessitanti di ristrutturazione.

Da Wikipedia

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